Notizie sulla Cappella
              Le origini della parrocchia sono molto antiche (anno mille), anche  l’elenco degli arcipreti inizia dal 1197 con l’arciprete Pietro, quando  Dogliani dipendeva ancora dai Marchesi aleramici di Busca che precedettero i  Saluzzo.
                Si  trattava di un edificio costruito sul tipo delle basiliche latino-cristiane, a  tre navate parallele sorrette da pilastri interni, con ampie finestre laterali  che illuminavano la navata centrale e l’altare maggiore. 
              C’era  anche una cappella interna dedicata alla Vergine Incoronata che, successivamente,  fu trasferita al Convento del Carmine, fondato nel 1479 lungo il Rea (tale  cappella esiste ancora oggi ed è attigua alla Chiesa di San Paolo).
              Nel  1586 fu fondata la Confraternita del Ss. Sacramento, nel 1621 quella  dell’Angelo Custode (con l’intento di pregare per i defunti), nel 1641 quella  di S. Francesco e nel 1650 la Compagnia di San Giustino, una congregazione di  sacerdoti secolari ancora funzionante fino a pochi decenni or sono.
                Il  19 ottobre 1647 arrivarono le reliquie di S. Celso, alla presenza del vescovo  Mons. Francesco Agostino Della Chiesa, e di una grande processione proveniente  dalla Chiesa della Beata Vergine del Carmine (di cui rimane una navata –  l’androne di accesso al Palazzo Comunale).
                Moltissimi  scritti dell’epoca – libri delle compagnie, ma anche relazioni di visite  pastorali di vescovi – concordano sul fatto che la Chiesa di San Lorenzo era  considerata Chiesa Maggiore di Dogliani.
                Nel  1673 venne fatto un radicale restauro del coro, della sacrestia e dell’altare  di San Celso.
                Ma  fu l’ arciprete Giuseppe Bracchi (a cui è dedicata la via in cui si trova la  Casa Canonica) a realizzare un radicale intervento di ristrutturazione negli  anni 1829,1830 e 1831: riparazione generale della Chiesa che venne anche  allungata  con 2 nuove arcate; sostituzione  dell’antica facciata pericolante con l’attuale in pietra; abbassamento del  piano pavimento.
              Il  Bracchi, inoltre,  fondò l’Istituto Sacra  Famiglia, sopravvissuto fino a pochi decenni fa, e che attualmente è adibito a  struttura sanitaria-assistenziale.
                Col tempo, la Chiesa si arricchì di  segni religiosi e di patrimonio artistico: nel 1842 fu costruito l’altare del Sacro Cuore di Maria e, nel 1851,  l’altare del Sacro Cuore di Gesù.
                Nel  1881 arrivò un altro gioiello architettonico: il nuovo campanile (vedi  foto) che sostituiva il precedente, più basso e meno slanciato, progettato  dallo Schellino, “che prestò volentieri e gratuitamente  l’opera sua, concorrendo inoltre con generose offerte ogni qual volta si trattava  del decoro della Casa di Dio” (dalle memorie di Don Gastaldi).
                Dal 1906 al 1908, quando era arciprete Don  Serraglia, fu costruita la grande cupola secondo un progetto dell’ing. Alimondi  di Alba. 
                Si  tratta, se non della prima in assoluto, di una delle primissime grandi opere  costruite in Piemonte con l’utilizzo del cemento armato.
                In  seguito ad un concorso, si affidarono le decorazioni della nuova cupola ai  pittori Mossello e Staccione di Torino.
                Nel  1909 si inaugurò solennemente il grandioso organo di stile Ceciliano,  progettato con la consulenza dei maggiori organisti dell’epoca (tra cui il  M.tro Sacheri di Mondovì), e realizzato dalla Premiata Ditta Cav. Carlo Vegezzi  Bossi.
                Nel  1911 fu acquistata e sistemata la bella “Via Crucis”.
                Subito  dopo, si decise di ingrandire ed elevare l’Altare Maggiore, perché, con la  nuova cupola, le proporzioni non erano più armoniche: i fondi scarseggiavano,  ma l’ing. Ruffino di Torino realizzò gratuitamente il progetto, che fu poi  eseguito a regola d’arte dalla Premiata Ditta   Prinotti di Mondovì, e il risultato finale (attualmente ammirabile) è di  notevole effetto.
              A seguire, si rese necessario ricostruire,  modificandoli, anche gli altari laterali: quello dell’Addolorata (con lo stemma  della Famiglia Perno di Caldera, che ne ha il patronato) e quello di San Celso  (patrono di Dogliani), con lo stemma del Municipio. Notevoli, infine, una  statua del Roasio aggiunta all’altare del Cuore di Maria, una statua di S. Anna  e, entrando sulla sinistra, una fedele riproduzione della grotta di Lourdes,  costruita con blocchi di pietra del Tanaro, artisticamente disposti su progetto  realizzato dall’ing. Ruffoni di Torino.